I voti di Berlusconi passeranno a Meloni e il PPE si indebolirà

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La scomparsa dell’ex premier Silvio Berlusconi stravolge la politica italiana. È incerto il futuro di Forza Italia, i cui consensi potrebbero migrare verso Meloni rafforzandola alle prossime elezioni europee.

Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi si è spento lunedì 12 giugno, dopo un lungo ricovero in terapia intensiva a causa di una leucemia cronica. Imprenditore di successo e politico di lungo corso, Berlusconi lascia la famiglia, gli amici ma anche il suo partito, che ha fondato nel 1994.

Negli anni, la leadership di Berlusconi non è mai stata messa in discussione e, anche durante la degenza in ospedale, le sue parole sono sempre state decisive sia negli equilibri interni al partito che nella maggioranza di governo.

Adesso, dopo la sua scomparsa, Forza Italia rischia di perdere consensi a vantaggio degli alleati di governo – Fratelli d’Italia e Lega – nonostante la guida del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che già dal 2018 è vicepresidente e coordinatore nazionale del partito.

“Forza Italia rischia di sparire e questo innescherà la spartizione dei consensi, a vantaggio della Lega ma soprattutto di Fratelli d’Italia. Se dovessi scommettere oggi, quell’8% (ottenuto alle politiche di settembre) di Berlusconi andrà in gran parte alla Meloni e solo in minima parte a Salvini”, spiega a EURACTIV il professor Lorenzo Castellani (Università LUISS Guido Carli).

Fratelli d’Italia, forte dei risultati elettorali e dei sondaggi, è un partito più attrattivo per gli elettori di centrodestra rispetto alla Lega, che ha maggiore difficoltà soprattutto ad arrivare al bacino elettorale che era di Berlusconi, “formato prevalentemente da strati sociali medi-bassi concentrati nel Sud Italia”.

Secondo Castellani, il passaggio di consensi a favore di Meloni sarà facilitato dall’opposizione al governo, formata dal sempre più progressista Partito Democratico di Elly Schlein e dal Movimento 5 Stelle dell’ex premier Giuseppe Conte.

“Non credo che un elettore di Forza Italia possa votare Schlein. Piuttosto, se Meloni darà un segno di apertura, spostandosi al centro e dando peso alle volontà politiche di Forza Italia nel programma di governo, l’elettorato liberale voterà per lei”, spiega il professore.

“La Meloni deve occupare lo spazio di Berlusconi. Se non fa questo passo, rischia che prendano campo i partiti centristi”, aggiunge.

I partiti di centro che attualmente compongono la maggioranza di governo sono raggruppati nell’alleanza politica “Noi Moderati”, che naviga intorno all’1%. All’opposizione, invece, c’è Italia Viva (3%) di Matteo Renzi e Azione (3,8%) di Carlo Calenda, che fino a poco tempo fa si erano uniti nel progetto politico chiamato “Terzo Polo”, naufragato in tempo record.

Queste dinamiche sono decisive in vista delle elezioni europee di giugno 2024, quando i cittadini saranno chiamati ad eleggere i propri rappresentati in un Parlamento europeo dove probabilmente le attuali alleanze salteranno in favore delle destre.

Meloni, presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti (ECR) a Bruxelles, è già in trattativa con il tedesco Manfred Weber, capo del Partito popolare europeo (PPE), famiglia politica di Forza Italia.

La possibile alleanza tra ECR e PPE sembra adesso ancora più probabile, ma con una Forza Italia indebolita perderà potere anche il PPE, che dovrà lasciare maggiore margine di manovra ai Conservatori della Meloni quando si discuteranno le alleanze a Bruxelles.

“Alle prossime elezioni europee, con Berlusconi in vita, Forza Italia avrebbe potuto prendere il 7% ma adesso rischia di prendere il 3%. Il partito nelle mani di Antonio Tajani rischi di dimezzare i consensi e il PPE si troverà un partito che vale la metà rispetto ad ora”, afferma Castellani.